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Rettori: 'Nessun boicottaggio dagli atenei italiani'

Rettori: 'Nessun boicottaggio dagli atenei italiani'

Presidente Crui: 'Le università non hanno bisogno di misure speciali'

18 aprile 2024, 21:53

Redazione ANSA

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Giovanna Iannantuoni, presidente Crui - RIPRODUZIONE RISERVATA

I rettori delle università italiane restano fermi sulle loro posizioni: il boicottaggio della ricerca e della collaborazione con gli atenei Israeliani non può andare in scena, "nessun ateneo ha mai votato in tal senso, solo alcuni Senati accademici hanno sospeso singoli bandi", precisa la presidente della Crui, Giovanna Iannantuoni, oggi a Roma per una seduta della Conferenza dei rettori. E l'agenda delle università "non la decide certo chi contesta". Parole ribadite dalla ministra Anna Maria Bernini in Parlamento: 'l'università non è una zona franca e non dà l'impunità a chi commette reati Al tempo stesso la posizione dei rettori appare più 'morbida' rispetto a qualche settimana fa. 

 

Da un lato "non servono norme speciali per la sicurezza negli atenei", chiarisce Iannantuoni. Dall'altro, "le proteste degli studenti sono più che legittime. Noi non siamo per la guerra ma per la pace e la libertà di espressione. Nelle università le mobilitazioni ci sono sempre state, vanno tollerate, gestite, comprese, valutate. Siamo contrari al pugno duro", dice il numero uno dell'Università dell' Aquila Edoardo Alesse. "I giovani hanno il diritto di protestare ma senza superare i limiti della legalità", gli fa eco Gerardo Canfora, rettore dell'Università del Sannio. "Ci vuole una riflessione da parte di tutti, me per primo, per capire se abbiamo fatto il possibile per stemperare le tensioni", arriva a sostenere il rettore dell'ateneo di Pisa Riccardo Zucchi. 

Nel documento "Buone prassi principi e proposte per affrontare nelle università italiane le tematiche delle crisi internazionali e umanitarie" approvato oggi dalla dalla Giunta della Crui e e redatto da un gruppo di lavoro formato dai rettori Montanari, Bonini, Lippiello e Tottoli, si avanzano vari suggerimento come quello - che è stato motivo di qualche ironia e perplessità sulla stampa - che "nel caso di interruzioni o fenomeni di intolleranza, si decida di svolgere eventi in altra modalità (per esempio online) ma si eviti di cancellarli". "La mobilitazione di tanti studenti universitari - si legge nel documento - deve farci riflettere. Come per la tutela dell'ambiente, anche contro la guerra i giovani ci chiedono di assumerci delle responsabilità. Questa istanza non può rimanere inascoltata. Ci interpella sul ruolo che le università devono avere".

In Senato la ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha ribadito che il bando del ministero degli esteri "non è il primo, è un accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele. La scienza deve essere libera, il boicottaggio non può esistere. L'università le apre le porte, non le chiude". Intanto sono rimasti incatenati per tutto il giorno davanti al rettorato dell'università La Sapienza e in sciopero della fame, Francesca e Leonardo, entrambi dell'organizzazione Cambiare Rotta e studenti dell'ateneo romano. "Andremo avanti a oltranza fino a che la rettrice Antonella Polimeni non ci darà una risposta e aprirà con noi il dialogo", spiegano mentre nella città universitaria scendono il buio e il freddo. A poca distanza da loro, i ragazzi in presidio da domenica sera hanno svolto un'assemblea, a porte chiuse, "per evitare strumentalizzazioni da parte della stampa". All'esterno ci sono ancora le tende e uno striscione con su scritto: "27 refertati vogliamo i vostri medici", riferendosi al bilancio dei feriti tra le forze dell'ordine dopo gli scontri avvenuti martedì. E in queste ore sono state identificate dalla polizia e denunciate alla magistratura 32 giovani - due dei quali minorenni - per disordini avvenuti alla Sapienza nelle scorse settimane.

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