"Il nostro è un Paese
straordinariamente bello, ma fragile. Cambiamenti climatici e
piogge torrenziali provocano danni ingenti. I fenomeni diventano
sempre più frequenti e ciò impone un ripensamento nella
progettazione delle opere. La messa in sicurezza del territorio
non è più rinviabile, anche considerando il fatto che, sulla
base dei nostri dati, prevenire costa circa un quinto di quanto
si spende per riparare i danni degli eventi disastrosi".
Ad esprimersi così il presidente del Consiglio nazionale
degli ingegneri Angelo Domenico Perrini, stamani, a Roma, dal
palco della prima Giornata nazionale della prevenzione e
mitigazione del rischio idrogeologico, promossa in sinergia dal
suo Consiglio nazionale e insieme a quello dei geologi, il cui
presidente Arcangelo Francesco Violo ha parlato di una giornata,
"che contiamo di rendere un appuntamento annuale", che "nasce
dalla volontà di mettere a confronto i tecnici con i
rappresentanti delle istituzioni sul tema del rischio
idrogeologico. Negli ultimi 80 anni sono stati spesi 350
miliardi per riparare i danni causati dagli eventi estremi. Sono
cifre che raccontano adeguatamente quella che è una vera
emergenza. Perché non siamo riusciti a dare una risposta? Non è
più tanto un problema di risorse, quanto un problema
organizzativo", ha affermato, sollecitando l'avvio di
"un'adeguata pianificazione".
All'iniziativa dei professionisti, che si svolge all'Acquario
romano, nella Capitale, hanno partecipato, fra gli altri, i
ministri delle infrastrutture e della Protezione civile Matteo
Salvini e Nello Musumeci ed il capo del dipartimento della
Protezione civile Fabrizio Curcio.
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